Ditanaklasis di Matthias Müller


Cenni storici
Il brevetto dell'invenzione di questo tipo di pianoforte verticale viennese di Matthias Muller risale al 1800. Il Ditanaklasis è menzionato per la prima volta in Allgemeine musikalische Zeitung del 1801 (III, 15, col 254-5), dov'è illustrato sia con una che con due tastiere, e successivamente nel settembre 1803 in Allgemeine musikalische Zeitung. Esiste un Ditanaklasis a una tastiera del 1800 al Musikhistorisches Museum a Norimberga e un altro alla Hochschule fur Musik a Berlino. Un Ditanaklasis del 1805 circa è di proprietà del Museo Correr di Venezia. Questo è l’unico Ditanaklasis esistente al mondo con doppia tastiera come illustrato nel brevetto
Bibliografia
Rosamond Harding - The Piano-forte.... - Cambridge University Press 1933 pag.1083
Grant O'Brien - Fortepiano verticale stile impero Ditanaklasis Mathias Müller, c.1805 - final report 1996
Scheda tecnica
Pianoforte verticale a due tastiere datato probabilmente 1791 (la terza cifra è di difficile lettura) sul lato inferiore del tasto diatonico fa5 ricoperto di ebano. Una tastiera con estensione Fa-1/fa5 ha i diatonici ricoperti d'ebano e i cromatici d'osso e sul fondo presenta una marcatura incorniciata a fuoco DC. La seconda tastiera contrapposta a specchio con estensione Fa-1/sol5 ha i diatonici ricoperti d'osso e i cromatici in ebano. Lo strumento ha due tavole armoniche verticali, ognuna delle quali porta il seguente set di corde dritte: bicorde fino al si2 e tricorde per il resto dell'estensione per la tastiera d'ebano mentre è bicorde fino al la#3 e tricorde fino al sol5 per la tastiera d'osso. L'incordatura di questo strumento è studiata per offrire la possibilità di duetti sulle due tastiere, quella con i tasti in ebano è all’ottava sulla bianca.
Il punto di martellamento, molto vicino al centro della lunghezza della corda vibrante presupponeva un tono dolce e pastoso che si diceva “somigliasse alla voce umana, o al migliore strumento a fiato, molto di più del migliore pianoforte a coda” (Rosamond Harding, The pianoforte, pag. 222). La cassa in stile Biedermeier é lastronata in acero marezzato. La parte superiore della cassa é sviluppata in un insieme di curve all'interno delle quali sono situate 2 piccole arpe orizzontali, una per ciascun musicista. Su ciascuna tastiera lo strumento dispone un registro manuale per l'inserimento del forte (le corde erano libere di vibrare) e probabilmente del moderatore. Le caratteristiche costruttive della meccanica, estremamente ingegnose, dimostrano la bravura e la conoscenza da parte del costruttore dei principi della meccanica viennese riguardo l'uso del paramartelli e dello scappamento applicato alla meccanica verticale